Nel panorama urbano delle nostre città e dei nostri paesi,
una delle presenze più comuni e diffuse è certamente costituita dalla
silenziosa testimonianza dei Monumenti ai Caduti, in particolare quelli
dedicati ai Caduti della Grande Guerra. Presenza talmente abituale e capillare, al punto che ci è richiesto un piccolo
sforzo di memoria scolastica per collocare nella giusta prospettiva storica
l'idea che essa risalga a poco meno di un secolo fa.
C'è quindi stato un tempo in cui piazze e giardini del
nostro Paese non erano accomunati, in modo così visivamente evidente e a volte
anche, purtroppo, retoricamente invadente, dalla testimonianza dei lutti che
con triste uniformità la prima guerra mondiale aveva disseminato ovunque.
Prendiamo allora le mosse da qui per eleggere un paese dell'astigiano,
Mombaruzzo, a rappresentare, con la storia della sua piazza principale, la
Storia di un Paese.
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| Mombaruzzo - Cartolina viaggiata nel 1916 |
Già verso la fine della guerra, la spinta iniziale a quella che sarebbe divenuta negli anni a seguire una vera e propria ondata commemorativa di marmo e bronzo era stata, allora, la consapevolezza che forse mai, in precedenza, un evento bellico aveva coinvolto tanta parte della popolazione ed il conseguente desiderio di consegnare al ricordo non solo la memoria del fatto storico in sè, ma persino i singoli nomi di quanti ne erano stati travolti. Ecco quindi tutto un fiorire di iniziative, comitati e raccolte di fondi, di diversa matrice sociale e politica. E, di pari passo, un'intera generazione di artisti e scultori, di varia fama e valore, cimentarsi sul tema della Memoria dei Caduti. Fino al confluire degli originali intenti commemorativi di differente ispirazione nella pervasiva e monocorde iconografia del regime fascista, per tutto il corso degli anni Trenta.
Immaginiamo infatti che anche Mombaruzzo abbia attraversato, in quel periodo tra le due guerre mondiali, vicende più o meno simili, magari stemperate dalla dimensione di piccola comunità, e che tali vicende siano sfociate nella inaugurazione del monumento ai Caduti della Grande Guerra, collocato appunto davanti al Municipio e raffigurato nella cartolina seguente.
Ma soprattutto, la figura in bronzo del fante del Regio Esercito che regge la bandiera, mentre impugna un sasso ed offre il petto denudato al nemico o alla Patria, è ora sostituita da un soldato che, fucile in spalla, sorregge un commilitone ferito e forse morente. Il cambio di rappresentazione è drammatico, pur restando nell'ambito della raffigurazione militare, dalla retorica del soldato eroe comune, con l'animo indomito del Balilla, alla fraterna condivisione impotente della sofferenza inflitta dalla guerra.
La piccola ma significativa e, per ora, centenaria storia per immagini di Mombaruzzo e del suo monumento si conclude qui. Per ora, appunto...
Pertanto, oltre gli aspetti artistici e prettamente sociali,
questo fenomeno va collocato nell'alveo delle vicende politiche e storiche
degli anni tra le due guerre mondiali, sullo sfondo prima dell'aspro confronto tra
socialismo e fascismo, poi del conseguente avvento e quindi della successiva
caduta di quest'ultimo, nell'immane tragedia della seconda guerra mondiale, seguita
dalla guerra di Liberazione. Questi avvenimenti ebbero un impatto tale sulla
storia dei Monumenti ai Caduti, al punto che, da più parti, si è parlato di
"Guerra dei Monumenti". Gli episodi salienti di tale 'guerra' saranno
oggetto di futuri articoli del blog. Per ora ci basti seguire l'evoluzione del
contesto urbano di Piazza del Municipio.
Immaginiamo infatti che anche Mombaruzzo abbia attraversato, in quel periodo tra le due guerre mondiali, vicende più o meno simili, magari stemperate dalla dimensione di piccola comunità, e che tali vicende siano sfociate nella inaugurazione del monumento ai Caduti della Grande Guerra, collocato appunto davanti al Municipio e raffigurato nella cartolina seguente.
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| Il Monumento ai Caduti di Monbaruzzo negli anni Trenta |
Ma le vicende che stiamo riassumendo non si esauriscono qui.
Infatti alcune cartoline degli anni '50 e '60 ci mostrano una piazza nuovamente
spoglia del monumento, come negli anni precedenti la prima guerra mondiale. Va
notato che in generale diversi sono stati i motivi, alcuni più ovvi, altri
meno, delle rimozioni e delle
alterazioni subite dai Monumenti ai Caduti, negli anni sia precedenti che
successivi il secondo conflitto mondiale. Approfondiremo tali motivi in futuri articoli,
come accennato in precedenza. Prendiamo atto quindi della scomparsa, per alcuni
anni, di quel segno della Storia dal tessuto urbano di Mombaruzzo.
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| Mombaruzzo - Cartolina anni '60 (particolare) |
Oggi, chiunque entri nella piazza e rivolga lo sguardo verso
il Municipio può nuovamente vedere un monumento ai Caduti, pur se
significativamente diverso da quello originale. Il basamento, che sia stato
ricollocato o ricostruito, è in apparenza rimasto lo stesso, i quattro
pilastrini angolari anche, ma la elegante cancellata è stata sostituita da più
prosaiche catene, complici evidentemente i fasci stilizzati che la ornavano. Alla
lapide originaria si è aggiunta quella con i nomi dei Caduti della seconda
guerra mondiale, risalente al 7-11-1982, data che potrebbe coincidere con la collocazione del nuovo monumento.
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| L'attuale Monumento ai Caduti di Mombaruzzo |
La piccola ma significativa e, per ora, centenaria storia per immagini di Mombaruzzo e del suo monumento si conclude qui. Per ora, appunto...




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